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Immagine del redattoreLetizia Bocchi

Il senso del Natale: un ricordo del nonno

E' stato un regalo inaspettato, di quelli che quando li ricevi non puoi fare a meno di fermarti a pensare, per guardarti intorno, domandandoti se forse non abbiamo perso di vista le cose davvero importanti.

Ricevo proprio oggi nel giorno di Natale per email dal papà convertito alla tecnologia, una breve autobiografia del nonno paterno, riscoperta tra vecchi incartamenti nei quali ci si imbatte quando si cerca di fare un po' d'ordine tra le cose dimenticate.

La storia scritta di suo pugno, in modo sereno e senza nessuna concessione al melodrammma, di quel signore silenzioso e dolcissimo, che qualche anno fa ci ha lasciato, la storia di un'Italia poverissima ma ricca di buoni sentimenti, che oggi non c'è più.

Leggendo le sue parole, scopro i perchè di quell'uomo tanto stimato e amato da tutti.

Figlio di un papà che lasciò la famiglia per emigrare in Africa per lavorare in una foresta, e di una madre che da ragazza era emigrata prima in Francia e poi in America, fatti che "ci hanno aiutato a vivere" racconta "perchè siccome nel nostro paese emigrava circa l'ottanta per cento della popolazione in molti si rivolgevano a lei per tradurre o per scrivere lettere in queste lingue e in compenso le davano un formaggio, una pagnotta di pane fatto in casa o latte, in modo che tutto serviva perchè non avevamo quasi nulla da mangiare", il nonno inizia a lavorare come muratore all'età di 12 anni, ma poichè il lavoro era poco, all'età di 17 anni lascia la famiglia per andare in Sardegna "armato di piccone e badile" per la costruzione della ferrovia.

Poi torna a casa per fare il muratore "per 10 anni a 1,20 Lire l'ora senza essere in regola con l'assicurazione perchè i libri paga allora non esistevano".

Ma l'esperienza torna utile racconta, "diventai tecnico muratore, contabile e progettista" e anni più tardi fonda la sua impresa la "Bocchi Dante", e in poco tempo "mi ritrovai con 30 dipendenti tutti in regola sui libri paga i quali per compilarli ci volevano 21 operazioni ogni operaio (....) Ogni fine mese mi divertivo a compilarli di notte".

E' una storia di valori andati perduti..."dei miei operai nessuno a fine mese voleva la paga per intero se non qualche acconto di 100 Lire per prendere le sigarette, e quando poi si riscuoteva lo stato di avanzamento lavori si pagava i più bisognosi" e ci si aiutava l'un l'altro "anzi ci tengo a precisare che sia i genitori dei miei operai e anche conoscenti mi offrivano dei prestiti (...) ed è stato così che mi sono difeso come impresa per 50 anni, diversamente mi sarebbe stato impossibile continuare perchè avendo pochissima proprietà le Banche non davano nulla"

E questo mi dice molto dell'uomo che era così restio a riscuotere i crediti che lui stesso vantava dei lavori eseguiti: perchè quello si trovava in difficoltà, perchè l'altro aveva appena avuto un figlio, perchè l'altro ancora gli aveva però regalato un pianoforte sgangherato per saldare almeno in parte quanto dovuto (pianoforte che il nonno non sapeva dove mettere e che approdò a casa mia sebbene non abbia mai imparato ad usarlo), perchè ognuno aveva i suoi problemi e ci si aiutava come si poteva.

Un mondo che non c'è più, eppure in molti ricordano ancora oggi il nonno con gratitudine.

E per tutti gli altri, che non l'hanno conosciuto e che non sanno niente di lui, eccola la sua storia...

"A volte la felicità è una benedizione, ma generalmente è una conquista. L'istante magico del giorno ci aiuta a cambiare, ci spinge ad andare in cerca dei nostri sogni." P. Coelho.

Buon Natale a tutti!!!

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